
13 Feb Cosa Nostra. Storia della mafia per immagini
Prefazione di Carlo Lucarelli.
Con un contributo di Pietro Grasso.
Sono trascorsi quasi 150 anni da quando la parola “mafia” è comparsa per la prima volta in un testo scritto: si trattava di un’opera teatrale a quattro mani, composta da Giuseppe Rizzotto e Gaetano Mosca nel 1863 e intitolata “I mafi usi di la Vicaria”. I protagonisti erano uomini dotati di un profondo senso morale, spietati nei confronti dei prepotenti ma pronti a soccorrere i bisognosi. Questa immagine del mafioso come uomo d’onore, giusto con i deboli, al di sopra della legge dello Stato ma sottoposto a un codice ben preciso, rimane tenacemente radicata nell’immaginario collettivo: solo nel 1984, grazie alla testimonianza del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, si comincia a far luce sulla struttura dell’organizzazione, sui suoi obiettivi e le sue strategie di azione.
Il filo rosso di questo racconto per immagini parte dalle origini del fenomeno mafioso in Sicilia per attraversare epoche e continenti diversi: la grande emigrazione negli Stati Uniti con la formazione delle prime famiglie mafiose e il Proibizionismo, la situazione in Italia durante il fascismo e all’indomani della Seconda guerra mondiale, i sanguinosi conflitti tra le cosche mafiose, il maxiprocesso del 1986, la stagione delle stragi. Si susseguono nomi e ritratti di criminali entrati nella leggenda popolare, come Al Capone e Bugsy Siegel, o assurti all’onore delle cronache per la loro efferatezza, come Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Accanto ad essi spiccano le figure di coloro che sono stati vittime della mafia, a testimonianza del costante impegno civile di magistrati, forze dell’ordine e privati cittadini: chi ha combattuto tenacemente contro Cosa Nostra al prezzo della propria vita – tra gli altri Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Rocco Chinnici -, chi si é ribellato o ha rifiutato di piegarsi a soprusi e prepotenze – come Peppino Impastato e Roberto Parisi – o chi non ha voluto smettere di denunciare pubblicamente i crimini dei mafiosi, come Mario Francese.
Questo libro vuole essere soprattutto la loro storia.